LIFE+, ILIP: “Con il nuovo sistema vantaggi per tutta la filiera”

Botta e risposta con Luigi Garavaglia, R&D Manager di ILIP, che ha presentato a Fruit Logistica l’innovazione basata sul concetto di Equilibrium Modified Atmosphere Packaging

Berlino, 8 febbraio 2017 – È stato presentato nel corso del Tech Stage di Fruit Logistica LIFE+, il nuovo sistema di ILIP per il confezionamento della frutta che impiega vaschette in r-PET, Pad attivi e film laserperforati per aumentare la shelf life dei prodotti. A spiegare la novità è stato Luigi Garavaglia, R&D manager di ILIP, che a margine dell’incontro ha risposto ad alcune domande sulla nuova proposta.

Dott. Garavaglia, qual è l’innovazione che porta il sistema Life+ rispetto ai comuni metodi di confezionamento?

Con questa nuovo concetto di sistema di confezionamento vogliamo proporre ai nostri clienti-partner, produttori o packers di frutti di bosco, fragole, uva, pomodorini l’adozione di un concetto  di “one-stop-shop” di packaging basato su vaschette non perforate in r-PET, PAD attivi e “Top-film”  a permeabilità specifica che estenda la durata di vita dei prodotti confezionati ed eviti lo spreco alimentare

Life+ ha dimostrato di poter aumentare la shelf life mantenendo le caratteristiche organolettiche dei frutti. Come agiscono i suoi componenti?

Life+ si basa sulla tecnologia che chiamiamo perforation mediated EMAP (Equilibrium Modified Atmosphere Packaging) e comprende film perforati al laser che grazie alla loro permeabilità ai gas e selettività consentono di ottenere una utile composizione dei gas nella confezione che aiuta la conservazione e freschezza della frutta controllandone il metabolismo naturale; un pad attivo che rilascia sostanze naturali come flavonoidi  e acidi della frutta consente un miglior controllo della microflora che provoca marciumi ed alterazione; il tutto abbinato ad un cestino termosaldabile ILIP di ultima generazione senza foratura per mantenere il corretto equilibrio di gas nella confezione e con trattamento anti-fog per evitare la formazione di condensa sulle pareti.

Da quanto tempo ILIP sta studiando soluzioni che coinvolgono componenti attivi nell’imballaggio?

Abbiamo iniziato ad indagare in modo scientifico l’interazione fra l’imballaggio e il prodotto confezionato dal 2012 da quando abbiamo aderito all’iniziativa Save Food e fatto ricerche su uva e fragole in collaborazione con l’Università di Bologna che sono poi proseguite negli ultimi due anni con l’Università di Foggia e con prove interne e presso clienti italiani ed esteri.

Quali vantaggi competitivi offre al vostro cliente Life+? Quali vantaggi invece per la filiera?

I vantaggi del nostro modello si configurano all’interno della value chain e ha ricadute positive anche sui nostri clienti partner.

I vantaggi sono innanzitutto potere beneficiare del supporto applicativo e del know-how ILIP nella messa a punto della soluzione; differenziazione rispetto ai diretti competitor che si traduce in vantaggio competitivo nei confronti della Moderna Distribuzione e in un beneficio per il consumatore finale; maggiore shelf life, mantenimento della freschezza e delle caratteristiche organolettiche e visive del prodotto confezionato; sensibile riduzione del calo peso quindi non sono necessarie “compensazioni” per raggiungere il peso riportato in etichetta; aumento del raggio di esportazione dei prodotti; ottimizzazione dei costi di processo di confezionamento e riduzione dei costi in un orizzonte temporale di medio periodo; riduzione dello spreco alimentare e relativi costi; miglioramento del carbon-footprint del confezionatore.

Life+ rappresenta anche un cambio di approccio nell’offerta di ILIP. In cosa consiste?

È il primo esempio del cambiamento del paradigma che ci pone da “azienda produttrice di vaschette” a partner di sviluppo.

L’iniziativa parte dalla premessa che per sfuggire all’ipercompetizione e banalizzazione dell’offerta delle vaschette nel mercato dell’ortofrutta, occorre costruire una “dimensione di differenziazione” che i competitors abbiano difficoltà a replicare.

I fattori critici di successo sono possedere conoscenze approfondite dei mercati; possedere il know-how per sviluppare i progetti presso i clienti; disporre di componenti del packaging la cui combinazione crea il valore per il cliente; proteggere l’iniziativa con accordi con i fornitori dei componenti della soluzione.

La “dimensione di differenziazione” risiede nel modello “one-stop-shop” che ci permette di proporre al mercato componenti di packaging di partner che costituiscono una rete di valore che si coniuga bene con la nostra offerta.

Infine, oltre alla dimensione puramente commerciale e di marketing, questo nuovo concetto di imballaggio si inserisce nel nostro impegno alla lotta allo spreco alimentare che è diventato un tema chiave per chi fa della produzione di imballaggi per alimenti il proprio core business in quanto ha impatti sia dal punto di vista etico che di responsabilità sociale ed ambientale delle aziende.

Come può impattare questa innovazione sul problema dello spreco alimentare?

Sappiamo che una parte consistente dello spreco alimentare si verifica fra le fasi di distribuzione e di consumo, quindi, un sistema di confezionamento che permetta alle derrate alimentari di ridurre il proprio scarto durante queste fasi porterà a vantaggi significativi, inoltre, se a livello domestico possiamo contare su uno o due giorni in più di conservazione potremmo evitare che parte del prodotto acquistato se non consumato immediatamente venga gettato.

Per ulteriori informazioni:

Luca Speroni
Ufficio stampa ILIP c/o fruitecom
T +39 059 7863894
M +39 345 4057012

Serena Leoni
ILIP
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