ILIP e l’università di Bologna insieme per la ricerca

ILIP e il dipartimento di colture arboree dell’Università di Bologna insieme per la ricerca sul packaging ortofrutticolo

La sperimentazione effettuata sulle cestelle in R-Pet per l’uva da tavola conferma l’importanza del packaging per la conservazione del prodotto, e fornisce informazioni e dati oggettivi sulla comparazione fra diversi tipi di cestelle

BAZZANO (XX agosto 2012) – Acquisire una maggiore consapevolezza degli effetti dell’imballaggio sul prodotto confezionato per migliorare le caratteristiche tecniche e funzionali del packaging al fine di renderlo più efficace nella protezione e nella conservazione del prodotto confezionato.

Con questi obiettivi – parte integrante della strategia ILIP relativa alla Responsabilità Sociale ed Ambientale Estesa (CSR e EPR) – l’azienda di Bazzano (BO) ha avviato una collaborazione con il Dipartimento di Colture Arboree dell’Università di Bologna. La partnership prevede una serie di studi sul ruolo dell’imballaggio nella conservazione dei prodotti ortofrutticoli e sui confronti tra packaging con caratteristiche diverse, sia realizzati da ILIP che da aziende concorrenti.

E i primi risultati sono già arrivati da tre sessioni di sperimentazioni realizzate nei mesi scorsi sulle cestelle in r-PET trasparente per il confezionamento dell’uva da tavola. Sono stati confrontati diversi modelli di cestella, per testare l’incidenza del packaging sui tempi di raffreddamento, sul successivo recupero della temperatura e sul mantenimento delle caratteristiche qualitative del prodotto confezionato.

Le sperimentazioni hanno confermato il ruolo fondamentale dei fori di ventilazione nella parte superiore della cestella, che consentono al prodotto confezionato di conservare più a lungo le caratteristiche qualitative. Sul piano dei tempi di raffreddamento e su quelli di recupero della temperatura fuori cella, invece, non sono emerse differenze statisticamente significative ascrivibili a diverse tipologie di packaging primario.

I test sulla velocità di raffreddamento sono stati eseguiti su 50 campioni per quattro coppie di cestella, posti, in imballo secondario (cassette in cartone) e pallettizzati, in un cella ventilata. La misura della temperatura è avvenuta attraverso termocoppie inserite nella polpa degli acini dell’uva disposta al centro delle pile di cassette ed è stata registrata, automaticamente e contemporaneamente per ogni termocoppia, da un rilevatore di temperatura dotato di datalogger ad intervalli costanti di 4 minuti per 70 ore. Per Le misurazioni sul recupero della temperatura invece le cestelle erano prive di imballo secondario.

I risultati dimostrano che l’imballaggio secondario e la relativa disposizione su pallet, hanno rallentato il raffreddamento del prodotto frigoconservato, senza differenze riconducibili alla tipologia di imballaggio primario (cestelle) o alla diversa posizione dei fori di ventilazione.

I test sulla conservabilità, invece, hanno messo a confronto diverse tipologie di cestella da 500 grammi con coperchio, monitorando l’evoluzione nel tempo di alcuni indici della qualità dell’uva, come elasticità della buccia, il residuo secco rifrattometrico, l’acidità titolabile e il ph. In questo caso, i risultati hanno confermato il ruolo dei fori di ventilazione nella conservazione del prodotto confezionato. Non sono emerse però significative differenze tra la cestella clamshell di ILIP e un prodotto concorrente, con fori di ventilazione posizionati in maniera differente.

“Sono risultati importanti, innanzitutto perchè sono supportati da evidenze sperimentali con significatività statistica, dove tutto il processo di sperimentazione viene esplicitato e descritto in modo molto trasparente, inoltre perché suggeriscono molta prudenza rispetto ad alcune presunte innovazioni che emergono nel dibattito su questo tipo di packaging – ha commentato Roberto Zanichelli, Marketing Manager di ILIP – Al di là di questo la collaborazione con il Dipartimento di Colture Arboree dell’ Università di Bologna ribadisce il nostro impegno per valorizzare l’imballaggio, troppo spesso percepito solo come costo. Al contrario, considerando i rischi a cui gli alimenti, e i prodotti ortofrutticoli nel caso specifico, sarebbero sottoposti lungo la supply chain senza adeguata protezione, si può sostenere che l’imballaggio sia un elemento fondamentale per la riduzione degli sprechi alimentari e i conseguenti impatti economici ed ambientali”.

È proprio questo approccio che ha portato ILIP all’adesione a Save Food, l’iniziativa promossa da FAO e Messedusseldorf proprio per fare fronte a questo problema.

La collaborazione tra ILIP e il Dipartimento di Colture Arboree dell’Università di Bologna sta proseguendo con una nuova ricerca, i cui risultati saranno pronti in autunno.

Il documento dettagliato relativo alla ricerca sulla comparazione dell’effetto di imballaggi plastici sulla conservazione refrigerata dell’uva da tavola è disponibile in formato pdf inviando la richiesta al seguente indirizzo: marketing@ilip.it.